Tutto è nato da un racconto rimasto in un cassetto: “La viaggiatrice”. Avevo cominciato a scriverlo per inserirlo in “A casa per Natale e racconti per tutto l’anno”, ma era troppo lungo rispetto agli altri. Inoltre, sarebbe stato il tredicesimo e mi sembrava che potesse andare a turbare quell’equilibrio che, a mio parere, la raccolta già possedeva. Lo lasciai incompiuto per riprenderlo mesi dopo la vincita del premio letterario. La protagonista – Romina – aveva ricominciato a bussare alla mia porta, con i suoi bagagli ingombranti. Ripresi a scrivere, convinta di finire il racconto, ma lei aveva altri progetti e gli autori possono solo limitarsi a seguire i loro personaggi dove decidono di andare.
Così, “La viaggiatrice” si è trasformata in “Viaggi irregolari”, un romanzo che inizia dalla seconda parte – proprio così, non è un errore – e conduce il lettore in una trama che ha qualche ombra di giallo e di noir. Dedicarmi a Romina mi ha salvata in un momento molto difficile della mia vita. L’ho presentato in tutta Italia e spero che continui a riscuotere successo e affetto sia da parte di chi lo ha già letto, sia da chi lo leggerà.